mercoledì 28 dicembre 2016

Lettera al Giallo Napoli - Step 25

Caro Giallo Napoli,

E' arrivato il momento. Come ogni viaggio, anche questo è giunto al termine.


Sono passati mesi ormai dal nostro primo incontro, dalla nostra presentazione (Step 01), e lo ammetto, prima di questo viaggio non ti avevo mai neanche sentito nominare. Non conoscevo la tua storia, i tuoi nomi (Step 02), e neanche la tua "carta d'identità" (Step 03). Ti confondevo con gli altri colori, eri solo un giallo come gli altri, una sfumatura.

Poi, piano piano, ti ho conosciuto e ho capito che eri presente nelle cose che mi circondano: nel cinema (Step 07), nella musica (Step 05) e persino nella mitologia classica (Step 04) e in quella popolare (Step 08).

Il passo successivo è stato conoscerti veramente, e questo per uno studente di Ingegneria voleva dire studiare scientificamente le tue onde e il tuo spettro elettromagnetico (Step 06) e, ovviamente, chimicamente (Step 14) come eri fatto.

Mi sono accorto che potevo "giocare" con te, associarti un brand (Step 10) come l'Ikea, cucinare con te (Step 12) e anche leggerti i fumetti (Step 13). E poi abbiamo toccato sempre più ambiti: la  pubblicità (Step 15), soprattutto quella "antica" degli anni della Vespa e della Olivetti; il design (Step 16) dove Mirko Kirsh ti ha usato per la sua opera più famosa e persino documenti (Step 11) e brevetti (Step 17) dove scienziati e vecchi pittori hanno cercato di descriverti. Ti ho anche fatto un abbecedario (Step 09).

E allora qualcosa è definitivamente scattato, con lo Step 19, la tua vera Essenza. Hai scritto cose meravigliose, hai fatto un ottimo riassunto di te.
Da lì sapevo che mancavano pochi steps e mi è iniziata a venire un po' di nostalgia, ma coi post successivi ho capito che non ero stato solo io ad averti conosciuto.
Ci sono stati gli stilisti di Kiton che ti hanno usato nella loro collezione (Step 20); c'è stato Klimt che ti ha scelto per dare un bacio (Step 18); c'è stato Andrea Pozzo, a cui devi il tuo nome (Step 21). E poi Jacob Prandtauer che ti ha fatto protagonista della sua Abbazia di Melk (Step 22), ci sono stati persino i cacciatori Senegalesi che ti hanno reso parte delle loro usanze (Step 23)

E poi ci sono stato io che ho scritto questo blog e che ho provato a raccogliere le parole e le sensazioni che associo quando guardo il tuo colore (Step 24), e adesso che questo viaggio è volto al termine e questo blog posta il suo ultimo post voglio ringraziarti, per avermi permesso di conoscerti e per aver imparato, attraverso di te, moltissime cose interessanti.

Arrivederci,

Gus


Cloud - Step 24


martedì 27 dicembre 2016

Wild - Step 23

Ragazzi, è il momento di trovare il lato selvaggio del nostro colore.
Si sa che il colore è usato nelle culture tribali per molti motivi; per guerreggiare, per mimetizzarsi, per ornare, ma soprattutto si usa il colore per rappresentare le cose, i fenomeni, gli stati d'animo.
Volevo portare alla vostra attenzione un rituale curioso chiamato Faux Lion che affrontavano originariamente in Senegal i cacciatori che sopravvivevano agli attacchi dei leoni e in cui il colore. soprattutto il giallo, ha un ruolo fondamentale.

Tipica pittura durante cerimonia "Faux Lion"

Opere Architettoniche - Step 22

Buone feste ragazzi!
Il post di oggi è dedicato all'architettura e, nonostante siano presenti molte opere, soprattutto barocche, ho scelto di portare come esempio l'Abbazia di Melk, edificata nel 1089 dall'architetto Jacob Prandtauer.

Vista dell'Abbazia di Melk

L'abbazia è una delle opere caratteristiche dello stile Barocco ed è conosciuta in quanto è una delle ambientazioni del romanzo di Umberto Eco, Il Nome della Rosa.